Audit Energetici

 

Audit Energetico o Diagnosi Energetica

 

A COSA SERVE?

Difficilmente è possibile, in regime di libero mercato (e in tempi di crisi economica) resistere senza preoccuparsi di far emergere i costi sommersi, cioè le piccole e grandi inefficienze che vengono mascherate e annegate all’interno di voci di bilancio di maggior incidenza. Uno dei più diffusi costi sommersi, trasversale a tutti i settori produttivi e commerciali, è la spesa dovuta all’uso irrazionale dell’energia.

Normalmente la voce delle bollette energetiche si pensa sia intoccabile: “se voglio lavorare mi servono la corrente elettrica o il gas”, “se risparmio sull’energia ne risente il mio lavoro”, …

Oltretutto la spesa energetica negli ultimi anni ha subito un deciso aumento, andando a gravare sempre più sul bilancio aziendale e quindi sui costi dei prodotti finali.

Far efficienza energetica vuol dire quindi creare una giusta leva competitiva per poter dar modo alla propria attività di rimanere sul mercato e concorrere in modo più efficace.

 

CHE COSA È?

L’individuazione delle corrette strategie di efficientamento energetico è un’operazione complessa che richiede competenze specifiche ed esperienza.

È necessario fotografare le esigenze dell’azienda e rapportarle con le più recenti tecnologie adottabili e il più recente modus operandi. A ciò deve far seguito un attenta analisi tecnica, economica e finanziaria che, tenendo conto anche di eventuali sistemi incentivanti, permetta all’imprenditore, al commerciante o all’artigiano di stabilire un’efficace strategia per incrementare l’efficienza energetica della propria attività, che risulti sostenibile dal punto di vista finanziario.

 

PER CHI È OBBLIGATORIO?

Le grandi imprese e le imprese a forte consumo di energia devono eseguirlo entro il 5 dicembre 2015 e successivamente ogni 4 anni. Tale obbligo non si applica alle imprese che hanno adottato sistemi di gestione conformi EMAS e alle norme UNI EN ISO 50001 o UNI EN ISO 14001.

Le grandi imprese sono definite dall’art.2 comma 2, lettera v) del D.Lgs 102/2014 come “imprese che occupano più di 250 persone, il cui fatturato annuo supera i 50 milioni di euro o il cui totale annuo di bilancio supera i 43 milioni di euro”. Le imprese a forte consumo di energia sono, ai sensi del decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze, 5 aprile 2013 art.2, “le imprese per le quali si sono verificate entrambe le seguenti condizioni: abbiano utilizzato, per lo svolgimento della propria attività almeno 2,4 GWh di energia elettrica oppure 2,4 GWh di energia diversa dall’elettrica e il rapporto tra costo effettivo del quantitativo complessivo dell’energia utilizzata per lo svolgimento della propria attività, e il valore del fatturato, non sia risultato inferiore al 3%”.

Le PMI, le botteghe artigiane e le attività commerciali non sono obbligate, ciononostante ne godrebbero di vantaggi, supportati da numerosi incentivi statali, regionali, provinciali e delle camere di commercio, sfruttabili sia per la fase di audit che per le successive fasi.

 

COME È FATTO?

Esistono tre tipologie di audit energetici:

 

- Livello 1: Walkthrough Energy Audit. Diagnosi basilare. Comporta l’analisi storica delle fatture energetiche, la raccolta dei dati tecnici dei dispositivi presenti e lo studio non strumentale dei processi utilizzati. Il report finale contiene una sintesi dell’analisi effettuata, suggerimenti di strategie migliorative e stima dei costi e dei risparmi conseguibili.

 

- Livello 2: Standard Energy Audit. L’analisi è simile alla precedente ma per alcuni processi e apparecchiature viene utilizzata un’apposita strumentazione che permetta la lettura dei dati nel dettaglio. Il report finale è simile al precedente ma i valori riportati sono quantificati con maggior precisione.

 

- Livello 3: Investment Grade Energy Audit. È la diagnosi più approfondita, costosa e impegnativa. Richiede un esteso e massiccio utilizzo di strumentazione per il monitoraggio dei consumi e di altre grandezze di processo. Le analisi finali sono molto dettagliate e le relative indicazioni vengono utilizzate per coordinare gli investimenti energetici con quelli di altro tipo da management aziendale

 

Le tre tipologie sono accumunate dalle fasi di lavorazione di cui sono composte.

Fase preliminare: acquisizione dei dati relativi all’azienda come anagrafica, numero dipendenti, orario di lavoro, processi produttivi, conformazione edifici… Tale fase è subordinata alla compilazione di un questionario sottoposto al titolare.

Definizione dell’agenda di tentativo: il professionista comunica al titolare una prima time-line, ossia un’ipotesi di lavoro contenente date, orari, e personale coinvolto durante le successive fasi operative.

Sopralluogo: vengono visitati tutti i reparti produttivi, analizzati gli impianti di processo e di servizio presenti, intervistati sia il management che i lavoratori dipendenti.

Elaborazione dell’audit e stesura della relazione tecnica finale

Meeting di chiusura: organizzato con il titolare ed eventualmente con l’energy manager aziendale con lo scopo di illustrare i risultati e pianificare strategie di efficientamento suggerite relative all’analisi costi-benefici.

 

MI SERVE L’AUDIT ENERGETICO?

Con una diagnosi energetica e con la successiva implementazione delle strategie in essa consigliate è possibile perseguire il triplice obiettivo di:

Aumentare la propria efficienza energetica ( diminuire i propri consumi ovvero consumare meglio gli stessi quantitativi di energia)

Diminuire l’incidenza della spesa energetica annuale sul proprio fatturato

Diminuire le emissioni di gas clima-alteranti contribuendo a rendere più vivibile l’ambiente in cui tutti viviamo

È innanzitutto necessario capire quanto i costi energetici influiscano sul fatturato dell’impresa. Tale calcolo fa parte integrante dell’audit, ciononostante è possibile ottenere un primo dato indicativo in modo semplificato. Si recuperano tutte le bollette di energia elettrica, acqua, gas, e ogni altro vettore energetico relative a tutto l’anno contabile e si fa la somma di tutti gli importi. Si calcola poi la percentuale di quest’ultima somma con l’intero fatturato e si confronta il valore ottenuto con i valori in tabella nel seguito, dove sono indicati i valori medi italiani per i principali settori produttivi e commerciali.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Se la percentuale è in linea con i valori in tabella, si può considerare la propria struttura efficiente. In caso contrario richiedere una diagnosi energetica sarebbe un’ottima idea per avviare un concreto percorso di miglioramento.

La scelta della tipologia di audit adatta alle proprie esigenze deve essere fatta principalmente da un punto di vista economico confrontandosi con il professionista incaricato, dato che il costo dell’audit cresce al crescere del grado di approfondimento impiegato.

 

QUANTO COSTA?

Come precedentemente anticipato il costo varia dal grado di dettaglio delle analisi effettuate, dalla dimensione dell’azienda interessata dalla diagnosi energetica, e dalla complessità del sistema produttivo adottato in azienda.

Le “linee guida per la formulazione di una proposta commerciale per la diagnosi energetica nel campo civile ed industriale” scritte da AssoEgE Esperti di gestione dell’Energia, riportano una tabella suddivisa in 22 settori merceologici di attività, distinguendo in tre livelli per tener conto della dimensione del soggetto della diagnosi energetica (piccola <500 tep, grande >10000tep, e media). In ogni cella della tabella è presente la forza lavoro necessaria per effettuare una diagnosi energetica conforme alla normativa UNI EN 16247: il valore minimo è 4 uomini/giorno per una piccola attività del settore Terziario fino ad un massimo di 44 uomini/giorno per una grande industria.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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